Celebriamo degnamente la Giornata mondiale del sonno
Al tempo del Coronavirus, è difficile, quasi inopportuno parlare d'altro, ma non oggi, 13 marzo 2020, Giornata mondiale del sonno. C'è infatti un'altra epidemia oltre a quella causata dal virus Covid-19, divenuta ormai pandemia, che dovrebbe metterci in allerta. Si chiama Osas, è la Sindrome delle apnee ostruttive del sonno, una patologia che se non curata può avere gravi conseguenze, a volte anche letali.
I numeri dell'Osas
Si stima che in Italia ne soffra il 12% della popolazione: la Sindrome delle apnee ostruttive del sonno ha un'incidenza doppia nel sesso maschile e una frequenza in crescita con l'età, con un picco tra 50 e 70 anni, e con percentuali più elevate nelle categorie a rischio, cioè nei pazienti in sovrappeso, cardiopatici-ipertesi e bronco-pneumopatici cronici.
"Non sottovalutate questa patologia", l'appello dell'esperta
Come celebrare dunque degnamente la Giornata mondiale del sonno? lo suggerisce Mariangela De Vecchi, medico-chirurgo, ortodontista e gnatologa, che sembra voler lanciare un appello ai cittadini. "Non sottovalutate gli effetti sulla salute della Sindrome delle apnee ostruttive del sonno", spiega De Vecchi in questa intervista realizzata presso il Poliambulatorio Belvedere di Cornate d'Adda, dove collabora e dove lo scorso 15 febbraio 2020 ha preso parte come docente a un corso di formazione per medici e odontoiatri sull'Osas, uno dei disturbi più gravi del sonno.
"Non sottovalutate i sintomi di questa patologia", dice, "perché l'Osas può essere causa di incidenti vascolari, di problemi neurologici, ma anche di disturbi sessuali e di incidenti stradali provocati dalla disattenzione e dai colpi di sonno che questo disturbo può provocare". Non per niente ogni anno gli incidenti stradali provocati dagli effetti della Sindrome delle apnee ostruttive del sonno sono causa di 250 morti e oltre 12mila feriti.
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